Secondo Piaget si possono individuare tre stadi di sviluppo del comportamento ludico nel bambino:
prevalgono nel primo anno di
vita, nella fase cosiddetta "senso-motoria". Il bambino, attraverso
l'afferrare, il dondolare, il portare alla bocca gli oggetti, l'aprire e
chiudere le mani o gli occhi, impara a controllare i movimenti e a
coordinare i gesti. Il piacere che deriva da questi giochi, spinge il
bambino a ripeterli più volte. In questo periodo, le nuove esperienze vengono adeguate agli schemi mentali del bambino.
Giochi simbolici (2 - 7 anni):
aggiungono all'esercizio stesso la dimensione della simbolizzazione e della funzione, cioè la capacità di rappresentare attraverso gesti una realtà non attuale. L'esempio tipico è il gioco del far finta, del fare "come se". Secondo Piaget il gioco simbolico organizza il pensiero del bambino in uno stadio in cui il linguaggio non ha ancora raggiunto una sufficiente padronanza, permette la manipolazione e anche la produzione di immagini mentali durante i quali il bambino assimila situazioni nuove.
dapprima sono imitazioni del gioco dei bambini più grandi, mentre poi si vanno organizzando spontaneamente caratterizzando la socializzazione del bambino. Mentre i giochi precedenti tendono a diminuire con l'età, i giochi di regole, all'opposto, diventano più frequenti , dimostrando l'importanza delle relazioni e del codice sociale.
Il gioco riveste un ruolo fondamentale per lo sviluppo intellettivo: esso, infatti, stimola la memoria, l'attenzione, la concentrazione, favorisce lo sviluppo di schemi percettivi, capacità di confronto, relazioni ecc. Una carenza di attività ludica denuncia, nel bambino, gravi carenze a livello cognitivo.
Attraverso il gioco il bambino incomincia a comprendere come funzionano le cose: che cosa si può o non si può fare con determinati oggetti, si rende conto dell'esistenza di leggi del caso e della probabilità e di regole di comportamento che vanno rispettate.
L'esperienza del gioco insegna al bambino ad essere perseverante e ad avere fiducia nelle proprie capacità; è un processo attraverso il quale diventa consapevole del proprio mondo interiore e di quello esteriore, incominciando ad accettare le legittime esigenze di queste sue due realtà.
Attraverso il gioco il bambino incomincia a comprendere come funzionano le cose: che cosa si può o non si può fare con determinati oggetti, si rende conto dell'esistenza di leggi del caso e della probabilità e di regole di comportamento che vanno rispettate.
L'esperienza del gioco insegna al bambino ad essere perseverante e ad avere fiducia nelle proprie capacità; è un processo attraverso il quale diventa consapevole del proprio mondo interiore e di quello esteriore, incominciando ad accettare le legittime esigenze di queste sue due realtà.
© foto di proprietà de L'EcoLoco
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